Ricordo che quando vidi per la prima volta il film “Titanic”, rimasi molto turbato dalla rappresentazione che se ne faceva della società inglese dell’epoca, divisa in prima, seconda e terza classe. Era il 1997, avevo sette anni, era la prima volta che venivo in “contatto”, o almeno avevo testimonianza di forme di ingiustizia così eclatanti e così tollerate, in passato. Prontamente mia madre mi rassicurò “non preoccuparti, non esistono più le classi, sono state abolite tanto tempo fa!”.
Nel 2001 presi il mio primo treno da Napoli a Milano. Rimasi nuovamente colpito leggendo sul mio biglietto “Classe seconda”. Mi tornò subito in mente una scena del film, quella in cui i passeggeri salgono sulla nave, i più ricchi sul ponte e i poveri nella stiva. Certo, era solo l’idea di un bambino di undici anni, e mi accorsi presto che non c’era nulla in comune con l’antica suddivisione in classe, che la mia seconda classe non aveva nulla a che fare con quella di un tempo e che, soprattutto, la prima classe di quel treno non aveva nulla a che vedere (in termini di sfarzo) con la prima classe del Titanic!
Col tempo mi sono anche abituato all’idea che chi vuole e può spendere per avere qualche confort in più è libero di farlo, che ognuno è libero di spendere i suoi soldi e viaggiare come vuole, ecc… (anche se aggiungerei: a patto che a tutti sia data la possibilità di muoversi, ma lasciamo stare).
Ora, il 28 novembre di quest’anno, Trenitalia ha inaugurato un nuovo Frecciarossa che prevede, oltre alle due classi di viaggio, quattro livelli di servizio, executive, business, premium e standard. Insomma, non bastavano due classi. Eppure a primo impatto la notizia non sconvolge più di tanto, anzi, si poteva quasi pensare che un’iniziativa del genere potesse essere tesa a ridurre gli elevatissimi costi dei biglietti aumentando il prezzo del livello più alto. Questo è avvenuto realmente, ma mentre il biglietto più costoso, quello per l’executive, sulla tratta Napoli-Milano Milano-Napoli, ha raggiunto i 219€ sola andata (la prima classe su un Frecciarossa normale costa 133€), il biglietto standard è sceso a 95€ (di solo 5€ rispetto a una normale seconda classe), mentre il livello direttamente successivo, il premium, arriva a 113€.
Insomma, un risparmio di 5€ per le “classi più basse” o, se preferite, per chi vuole spendere meno, sempre più opzioni per la prima classe.
Non bastava il “welcome drink, con prodotti di alta qualità della tradizione italiana e un quotidiano al mattino”, bisognava offrire “8 poltrone singole in pelle con reclining fino a 138° e poggiagambe regolabile”, per chi sceglie executive! Non sarebbe, invece, stato più opportuno garantire almeno un posto in piedi, non dico neppure a sedere, sui treni a lunga percorrenza alle migliaia di studenti e lavoratori che avevano necessità di tornare a casa per le vacanze di Natale?
Oppure, era così improrogabile offrire “una elegante sala meeting dotata di un tavolo riunioni, 6 sedie di design Okamura ed un monitor HD 32 pollici” o forse sarebbe stato più giusto investire sui treni regionali e migliorare di un minimo la vita dei pendolari?
Era così indispensabile un’“Area del Silenzio” per i clienti business class, o forse erano più utili, a molti più viaggiatori, gli espressi notturni soppressi da dicembre, col taglio di 800 dipendenti delle ferrovie?
Tutto questo per permettere a chi ha bisogno di andare da Milano a Napoli o viceversa, di pagare 5 euro in meno sul biglietto standard (ricordiamo che anche la scelta di treni diversi è molto scarsa, visto che gli intercity sono stati ridotti a 3 al giorno e i notturni soppressi).
Inoltre, visitando il sito di Trenitalia, per maggiori informazioni, in fondo alla descrizione del livello standard leggiamo: “Per i clienti Standard è disponibile un carrellino bar per l’acquisto di prodotti food, bevande calde e fredde e caffè espresso in sostituzione dell’accesso alla carrozza bar/ristorante riservata ai clienti Executive, Business e Premium. Ai clienti del livello Standard non è consentito l’accesso alle carrozze Premium, Business e Executive”. Ripetiamo: ai clienti del livello Standard non è consentito l’accesso alle carrozze Premium, Business e Executive! Quindi non solo meno servizi per chi paga meno (come è giusto che sia, dopo tutto), ma addirittura ai viaggiatori standard sono interdette le altre carrozze!
Nella classica divisione in due classi questo non è previsto. Un viaggiatore di seconda classe può tranquillamente raggiungere la prima, ovviamente senza usufruire dei servizi dedicati, e la carrozza ristorante è accessibile a tutti i viaggiatori, anche perché il servizio bar non è compreso nel prezzo del biglietto di prima classe, quindi sia i viaggiatori di seconda che di prima possono usufruire del bar pagando i prodotti allo stesso prezzo, ovviamente.
Ora, il problema non sta nel carrellino in sostituzione del ristorante. Può non interessare il servizio bar, sicuramente a nessuno interessa alzarsi e andare in prima classe a fare un giro, probabilmente a nessuno peserà di non poter accedere all’executive, ma marcare questa divisione esplicitando che a chi sceglie standard è vietato l'accesso alle altre carrozze, appare come una scelta tendenziosa, se non classista (giustificata così: «se hai prenotato un viaggio Milano-Roma in Executive certo non ti aspetti che il bar sia sovraffollato»), di sicuro più in linea con un'idea elitaria di trasporto che con quella di servizio per tutti i cittadini.
A dimostrazione di ciò, sta anche il fatto che si parla comunque di treni il cui costo resta in ogni caso molto elevato, inaccessibile a parte della popolazione, e di linee che coprono una percentuale minima del territorio nazionale, ma sulle quali si concentrano l’attenzione e, soprattutto, gli investimenti del gruppo Trenitalia.
Non c’è nulla di male nel voler offrire un servizio sempre migliore ai propri clienti, ma questo non deve andare a discapito dei servizi minimi. Bisogna prima coprire le necessità di chi per lavoro o per studiare deve spostarsi da una parte, da qualsiasi parte dell’Italia, a un’altra, poi si pensa a garantire il massimo confort durante il viaggio. Prima si investe per incrementare e migliorare le corse dei treni per i pendolari, poi si può pensare al servizio di ristorazione in executive. Prima ci si impegna a coprire l’intero territorio nazionale, raggiungendo anche quelle zone da sempre isolate dai collegamenti col resto del paese, e solo in seguito si passa a potenziare le linee ad alta velocità.
Non si può continuare ad alzare l’apice, mentre la base si sgretola.
Salvatore Mazzeo - Link Sindacato Universitario Milanese